Tre anni fa

Tre anni fa, proprio oggi, finalmente salpavo da Santa Cruz di Tenerife per la mia traversata, per il mio viaggio che, adesso a ragion veduta, posso considerare ancora in corso. E lo sarà ancora a lungo. Adesso sono confinato a casa mia, con tutti i confort e per una giusta causa sognando il mare, il suo rumore ed il suo odore.

Ricordo ancora benissimo le sensazioni di quei giorni, la paura che via via che si avvicinava la partenza aumentava.

La notte prima ho dormito poco, ero eccitato per questa nuova avventura. Finalmente alle 10 di mattina siamo partiti e ci abbiamo messo davvero poco a non vedere più terra ad essere circondati dal mare. Lo saremmo stati per 21 giorni consecutivi.

A volte non ci credo ancora adesso di aver fatto questo viaggio verso il “nuovo mondo”. Io, che soffro ancora di mal di mare (solo all’inizio ormai) e che ho iniziato ad andare in barca a vela 10 anni fa.

La paura è sparita presto, come la vista della terra. E’ proprio vero che la paura è massima quando il rischio è più basso e viceversa: la sera prima, al sicuro in porto, tremavo all’idea di partire, il giorno dopo, ormai partito, mi concentravo sulla navigazione e sul mio turno.

Ho conosciuto subito le onde alte e lunghe dell’oceano ed una me la sono presa tutta al traverso bagnandomi tutto fine nelle mutande (la cerata conserverà per tutto il viaggio quella ottima sensazione di salmastro umidiccio).

In questo periodo di chiusura pensare al mio viaggio mi aiuta, mi riempie di emozioni forti e care. In fondo da quella barca, Fulmar, è come se dal quel 10 novembre 2017 non fossi più sceso. Sempre in navigazione, a volte in tempesta, a volte con vento favorevole, ma sempre governando la barca verso chissà quale meta.

Ecco, la differenza da anni fa, è che adesso cerco di godermi ogni momento del mio viaggio e non solo l’arrivo, che paradossalmente ormai non cerco più. E’ stato come fare mille ore di coaching, mille ore di piacevole introspezione e consapevolezza.

E’ stato, ed è, il mio viaggio migliore.

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